Ci sono
persone e banche, industriali e privati ed anche Enti pubblici che invece di utilizzare i propri soldi per far circolare la ricchezza e e produrre nuove
attività lavorative, si sono per anni e
anni limitati ad investirli in Bot
Cct ed altre cianfrusaglie dei titoli di Stato del Debito
Pubblico Italiano, lucrandone guadagni
per gli alti interessi .
Queste somme
da capogiro, circa 2.200 miliardi di euro, tuttora investiti nel debito pubblico
non sono altro che somme improduttive
per la società e per la Nazione, e
finalmente sembra (….sembra… con le
dovute cautele del caso…, perché tra il dire e il fare c'è pur sempre di mezzo il mare, e Renzi lo sa bene in quanto tra dieci promesse da lui fatte finora ne ha realizzate si e no tre....) che il governo abbia in mente di intervenire per bloccarne la restituzione ai sottoscrittori,
man mano che questi titoli verranno in
scadenza.
Essendosi
però reso conto, al solo ventilato
annuncio di questo procedimento, delle
alte lamentele dei possessori di titoli
di Stato che verrebbero a perdere
il loro capitale investito in modo così
improduttivo per il Paese, il
governo sta decidendo tuttavia di mitigare la sua imminente drastica decisione ,
autorizzando la restituzione del 10% del capitale man mano in scadenza.
Chi ha
investito in Bot, Cct e altre cianfrusaglie del Debito Pubblico, ed ha
lucrato alti tassi di interesse per anni
e anni, si sta clamorosamente e purtroppo per lui dannatamente accorgendo che la pacchia è
finita, che la festa sta per terminare
e che a fronte di un investimento
di 100 riceverà in restituzione solo 10.
Da notare
poi che alcuni economisti consiglieri del governo sono insoddisfatti anche di questa soglia di
rimborso in quanto avrebbero preferito che il governo desse una mazzata definitiva al debito pubblico non rimborsandolo per niente, ma questa posizione ha incontrato
il parere sfavorevole dello stesso Presidente del consiglio, per temuti sommovimenti di ordine pubblico.
Non appena
sarà entrata in vigore questa nuova
legge, il debito pubblico per i suoi effetti, passerà dal 130% del Pil al 20% ,
cioè ad una soglia di sicurezza che
assicurerà prospettive di ripresa economica e di certezza di lavoro alle giovani generazioni.
Gli
investitori sfegatati del debito pubblico, cioè coloro che perderanno così il 90% dei loro capitali investiti in Bot, Cct e altre cianfrusaglie, si
rassegnino: dopo anni e anni di
vacche grasse è venuto anche per loro il momento di tirare un pò la cinghia ma, dato
che probabilmente non sono stupidi, certamente si saranno cautelati contro
questa decisione per loro negativa, e non avranno investito in titoli di Stato tutti i
loro averi, ma semplicemente
la parte in esubero di essi.
Ed allora anch’essi,
con la pace sociale ritrovata e la ripresa economica in espansione, troveranno altri
modi per investire , questa volta in
modo più produttivo e più utile per l’intera società, i capitali che man mano riusciranno di nuovo a mettere da parte.
Se e quando questa
legge andrà finalmente in vigore, allora evviva l’Italia, evviva la fine della pacchia ed evviva anche alla riduzione definitiva del debito Pubblico, e che mai più sorgano governi che spendano più di quello che incassano, se non per motivi davvero gravissimi.
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