8 agosto 2011

137.1) In economia , per l’Italia, serve il piano B e sarà doloroso

In economia , per l’Italia, serve il piano B e sarà doloroso.





Come fare per ridurre il debito pubblico italiano?
l nostro debito pubblico è tra i più alti al mondo, arrivando alla smisurata cifra di circa 1.850 miliardi di euro, facendo  equivalente  a oltre 30 mila euro il debito di  ciascun cittadino.
Un debito pubblico elevato impedisce di fatto a un Paese di spiccare il volo della ripresa, visto che ogni anno decine di miliardi di euro, invece di essere  investiti per lo sviluppo delle imprese e per il mondo del lavoro in generale, se ne vanno per pagare gli interessi corrisposti ai detentori delle obbligazioni statali e dei buoni del Tesoro.

Per ridurre drasticamente il livello del debito pubblico ci sono sul tavolo alcune proposte.
1) Imposta patrimoniale (per tutti)
 Secondo questa ipotesi lo Stato dovrebbe prelevare in media a ogni italiano (a seconda del patrimonio posseduto) circa 10.000 euro (pari a un terzo del debito pubblico pro capite) e in modo graduale, al fine di abbassare il debito dal 120% all’80% del Pil.
Questa ipotesi, oltre che dall’enormità della cifra da prelevare dalle tasche degli italiani pari a 600 miliardi di euro, e a un pesante costo politico per il governo che la dovesse varare , trova però una contestazione di merito: chi ci garantirà che, una volta pagata questa sovrattassa, il debito non torni a salire per effetto di nuove incapacità politiche dei nostri governanti?


- 2) Imposta patrimoniale (solo per ricchi)
Secondo alcuni studiosi occorre varare una patrimoniale sulle grandi ricchezze per mettere il Paese al riparo dalla speculazione finanziaria, accanto a una riforma fiscale che riesca a ridare fiato ai redditi da lavoro dipendente e alle pensioni.
C’è chi ha rilevato come questa proposta sia inattuabile, perché le persone intestatarie di grandi ricchezze sono in Italia in numero esiguo, sia per l’alta evasione fiscale che le contraddistingue, sia perchè leggi di favore per i ricchi sono sempre state approntate dai nostri parlamentari di ogni tempo e partito, che hanno fatto in modo di consentire ai ricchissimi di occultare in mille modi i loro capitali.

- 3) L’Italia venda il patrimonio pubblico
Per alcuni occorrerebbe un grande progetto di privatizzazione del patrimonio pubblico, da cui si ricaverebbero risorse per l’abbattimento del debito pubblico.
 L’ obiezione è che ormai in Italia ci sia rimasto ben poco da dismettere , se non vendere quell’ulteriore parte del patrimonio immobiliare pubblico, a cui già attingono, tra l’altro, molti enti locali per sanare le loro  casse sempre più in rosso.

4) - Tassazione dei redditi da capitale
Altra proposta è quella di aumentare la pressione sulle rendite finanziarie , cioè sui redditi da capitale e sulla speculazione di borsa,  oltre la media attuale del 12,5 per cento. 
Tuttavia si dovrebbero esentare dall’aumento quegli investimenti con funzione “previdenziale” adottati dalle fasce medio - basse, che hanno acquistato titoli di Stato, azioni, e fondi comuni per investire i rispami di tutta una vita lavorativa.
5) - Lotta all’evasione
L’Italia è al primo posto in Europa, con circa il 50% del reddito imponibile evaso. Le imposte sottratte all’erario ammontano a 159 miliardi di euro l’anno.
E proprio dalla lotta agli evasori, con tutte le difficoltà che comprende una tale operazione, potrebbe provenire una somma da destinare all’abbassamento del debito.

6) il consolidamento del debito pubblico
E’ l’ipotesi peggiore perché implicherebbe che lo Stato non garantisce più il rimborso dei propri titoli e delle proprie obbligazioni a coloro che li hanno sottoscritti.
Avete prestato dei soldi allo Stato?
Cittadini miei, avete fatto male i vostri conti. 
In cassa non c’è  più una lira per rimborsarvi.
I vostri crediti sono diventati carta straccia.
Lo Stato sanziona in questo modo il proprio fallimento economico, e si troverà ben presto  a dover fronteggiare una probabile insurrezione popolare di piazza, con rischio di guerra civile tra le classi sociali.



A tutte queste ipotesi molte delle quali facilmente realizzabili con un governo che voglia governare sul serio ed altre a volte dolorose e catastrofiche, si possono aggiungerne altre che vengono discusse tra gli studiosi in questi giorni.
  Il governo sta  infatti studiando il piano B per intervenire ad attenuare le conseguenze del crollo del mercato borsistico, con queste ipotesi sul tavolo:

A) Tassa sui depositi bancari
A quanto ammontano i depositi bancari italiani?
La consistenza dei depositi bancari è in Italia di oltre 600 miliardi di euro.
Se il governo dovesse decidere di tassarli con una tassa patrimoniale, da applicarsi direttamente dalle banche sui depositi dei clienti, si avrebbero questi risultati:
con una tassa del 10% ricaverebbe circa 60 miliardi di euro.
con una tassa del 20% ne ricaverebbe circa 120
con una tassa del 50% ne ricaverebbe circa 300.
Gli italiani diventerebbero meno ricchi per una quota parte o addirittura per la metà esatta dei loro risparmi, ( nel caso peggiore) .
Lo Stato avrebbe subito a disposizione da 60 a 290 miliardi liquidi da investire obbligatoriamente  per la riduzione del debito pubblico.

Oltre a questa drastica decurtazione e dolorosa sforbiciata , ogni anno andrebbero poi destinate alla riduzione del debito pubblico le seguenti altre misure:

B) L’abolizione delle provincie, che garantirebbe risparmi di spesa di 2,5 miliardi all’anno. 

C) I tagli agli stipendi dei politici, con relativa abolizione delle auto blu, costi di rappresentanza, uffici stampa, e segreterie generali e particolari che garantirebbero meno spese per 1 miliardo annuo.

D) la riduzione delle spese militari
Oggi, queste spese ammontano a 20  miliardi annui, , molto  di più di quanto si investe per l’educazione., la scuola e l’università.
Queste spese militari si potrebbero ridurre almeno della metà ogni anno.

Fermiamoci qui.
Un governo che voglia tirarci fuori dalla palude in cui siamo caduti, se davvero lo vuole, le risorse per risollevarci le può trovare.
A volte dolorose, a volte meno, ma quasi tutte necessarie per il bene dell’Italia.



Altri articoli sull'argomento Economia, banca e finanza

Home page

Nessun commento:

Posta un commento