Renzi ha indicato tra le
priorità del programma del governo che sta per varare, la riduzione del debito
pubblico che, come una grossa montagna pericolante e franosa, sta minacciando
di cadere addosso all’economia, mettendo a rischio perfino la sopravvivenza
della nostra Nazione.
Questo debito viaggia alla bella cifra di duemila miliardi
di euro (cioè 4 milioni di miliardi delle vecchie lire:- non si riesce quasi
neppure a pronunciarla una cifra simile, immaginiamoci poi a scriverla).
Tutti i trattati di economia sono concordi nel ritenere che una nazione non possa non avere un minimo di debito pubblico, perché altrimenti essa dovrebbe tassare i cittadini all'inverosimile per far fronte agli avvenimenti e alle calamità impreviste , ma dovrebbe cercare di contenerlo entro il massimo del 60% del Pil, mentre ora in Italia viaggia sul 120%
Tradotto questo concetto in parole povere,si può dire che l’Italia dovrebbe avere un massimo di debito pubblico pari a 1.000 miliardi di euro per poter vivere tranquillamente .
Quindi il debito pubblico italiano deve essere ridotto al più presto di circa mille miliardi.
Come fare? .
il governi precedenti , hanno pensato di effettuare un piano straordinario di vendita dei beni non strategici dello Stato ( quali industrie, beni demaniali etc.) attraverso il quale si dovrebbero ricavare 20 – 30 miliardi annui di entrate da utilizzare per la riduzione del debito.
Ma per arrivare a ridurlo di mille miliardi a questo ritmo, se tutto va bene ci vorranno non meno di 50- 60 anni, e l’economia italiana non può sopravvivere ad un periodo di crisi così lungo.
Ci vogliono quindi strumenti e idee nuove per la riduzione del debito pubblico.
Un economista ha avanzato su un quotidiano la seguente proposta, che ricalca una idea del vecchio tesoriere dello stato Andrea Monorchio, cioè di colui la cui firma era stampigliata sulle banconote espresse in lire.
:
Visto che lo Stato dispone fondamentalmente di tre categorie di oggetti da vendere e cioè
- gli immobili pubblici
- le partecipazioni azionarie (dalle quote in Enel, Terna, Fincantieri, Finmeccanica, Sace e Cassa Depositi e Prestiti a quelle nelle aziende Municipalizzate)
- le concessioni pubbliche (dalle autostrade alle frequenze televisive o le lotterie, per non dimenticare le spiagge e gli stabilimenti balneari),
Tutti i trattati di economia sono concordi nel ritenere che una nazione non possa non avere un minimo di debito pubblico, perché altrimenti essa dovrebbe tassare i cittadini all'inverosimile per far fronte agli avvenimenti e alle calamità impreviste , ma dovrebbe cercare di contenerlo entro il massimo del 60% del Pil, mentre ora in Italia viaggia sul 120%
Tradotto questo concetto in parole povere,si può dire che l’Italia dovrebbe avere un massimo di debito pubblico pari a 1.000 miliardi di euro per poter vivere tranquillamente .
Quindi il debito pubblico italiano deve essere ridotto al più presto di circa mille miliardi.
Come fare? .
il governi precedenti , hanno pensato di effettuare un piano straordinario di vendita dei beni non strategici dello Stato ( quali industrie, beni demaniali etc.) attraverso il quale si dovrebbero ricavare 20 – 30 miliardi annui di entrate da utilizzare per la riduzione del debito.
Ma per arrivare a ridurlo di mille miliardi a questo ritmo, se tutto va bene ci vorranno non meno di 50- 60 anni, e l’economia italiana non può sopravvivere ad un periodo di crisi così lungo.
Ci vogliono quindi strumenti e idee nuove per la riduzione del debito pubblico.
Un economista ha avanzato su un quotidiano la seguente proposta, che ricalca una idea del vecchio tesoriere dello stato Andrea Monorchio, cioè di colui la cui firma era stampigliata sulle banconote espresse in lire.
:
Visto che lo Stato dispone fondamentalmente di tre categorie di oggetti da vendere e cioè
- gli immobili pubblici
- le partecipazioni azionarie (dalle quote in Enel, Terna, Fincantieri, Finmeccanica, Sace e Cassa Depositi e Prestiti a quelle nelle aziende Municipalizzate)
- le concessioni pubbliche (dalle autostrade alle frequenze televisive o le lotterie, per non dimenticare le spiagge e gli stabilimenti balneari),
e constatato che tale
patrimonio rende poco anche per causa di una burocrazia piena di vincoli e veti
che impediscono di attrarre investitori esteri , il buon economista di cui
sopra lancia l’idea di valorizzare questo patrimonio pubblico affinché la sua
dismissione o vendita possa catturare l’attenzione degli investitori
professionali e li induca a scommettere sul rischio Italia.
E come fare a fare tutto ciò in modo rapido e trasparente?
La soluzione potrebbe essere quella di dare vita a un fondo d’investimento (che potremmo chiamare Fondo Italia o similare) al quale lo Stato italiano e le pubbliche amministrazioni conferiscono i propri immobili, le proprie partecipazioni azionarie e i propri diritti demaniali.
Le quote di questo Fondo Italia verrebbero scambiate e compensate con gli attuali titoli di stato, eventualmente a condizioni di favore per i detentori degli attuali titoli pubblici, e lo scambio, quindi, genererebbe una immediata riduzione del debito pubblico di 500- 600 miliardi di euro (perchè non si dovrebbe più rimborsare in denaro il controvalore ai detentori dei titoli pubblici)
Naturalmente la gestione i questo Fondo Italia dovrebbe venire affidata a una o più società di amministrazione internazionali, il cui compito sarebbe quello di valorizzare i beni confluiti nel Fondo, ovviamente a vantaggio e beneficio dei detentori delle quote del Fondo stesso.
In sintesi, non sarebbe necessario attirare nuovi investitori, dato che le quote del Fondo verrebbero assegnate a chi già possiede titoli di Stato.
Né si mancherebbe di correttezza verso questi ultimi, i quali sarebbero chiamati semplicemente a continuare a investire nell'impresa Italia.
Per chi è già possessore di titoli pubblici, la soluzione proposta avrebbe tutta una serie di vantaggi e cioè:
- il possesso diretto dei beni che oggi controlla solo indirettamente in quanto creditore dello Stato italiano;
- la gestione dei beni non più affidata a politici e burocrati, bensì a manager di indiscussa professionalità;
- il beneficio economico, dal momento che l’investitore verrà premiato, prima, al momento dello scambio tra quote del fondo e i titoli di stato posseduti, e successivamente dai proventi della valorizzazione del patrimonio gestito.
Semplicità, equità, rapidità di esecuzione sono quindi tra le caratteristiche apprezzabili di questa proposta per ridurre in modo sensibile il debito pubblico.
E Renzi che finora ha solo parlato e straparlato, farebbe bene a non snobbarla a ma a considerarla con attenzione, se davvero vuole togliere l’Italia dall'orlo dell’abisso su cui essa si sta dirigendo e una telefonata al rag. Monorchio per ricevere suggerimenti la potrebbe anche personalmente fare, che gli farebbe bene!
E come fare a fare tutto ciò in modo rapido e trasparente?
La soluzione potrebbe essere quella di dare vita a un fondo d’investimento (che potremmo chiamare Fondo Italia o similare) al quale lo Stato italiano e le pubbliche amministrazioni conferiscono i propri immobili, le proprie partecipazioni azionarie e i propri diritti demaniali.
Le quote di questo Fondo Italia verrebbero scambiate e compensate con gli attuali titoli di stato, eventualmente a condizioni di favore per i detentori degli attuali titoli pubblici, e lo scambio, quindi, genererebbe una immediata riduzione del debito pubblico di 500- 600 miliardi di euro (perchè non si dovrebbe più rimborsare in denaro il controvalore ai detentori dei titoli pubblici)
Naturalmente la gestione i questo Fondo Italia dovrebbe venire affidata a una o più società di amministrazione internazionali, il cui compito sarebbe quello di valorizzare i beni confluiti nel Fondo, ovviamente a vantaggio e beneficio dei detentori delle quote del Fondo stesso.
In sintesi, non sarebbe necessario attirare nuovi investitori, dato che le quote del Fondo verrebbero assegnate a chi già possiede titoli di Stato.
Né si mancherebbe di correttezza verso questi ultimi, i quali sarebbero chiamati semplicemente a continuare a investire nell'impresa Italia.
Per chi è già possessore di titoli pubblici, la soluzione proposta avrebbe tutta una serie di vantaggi e cioè:
- il possesso diretto dei beni che oggi controlla solo indirettamente in quanto creditore dello Stato italiano;
- la gestione dei beni non più affidata a politici e burocrati, bensì a manager di indiscussa professionalità;
- il beneficio economico, dal momento che l’investitore verrà premiato, prima, al momento dello scambio tra quote del fondo e i titoli di stato posseduti, e successivamente dai proventi della valorizzazione del patrimonio gestito.
Semplicità, equità, rapidità di esecuzione sono quindi tra le caratteristiche apprezzabili di questa proposta per ridurre in modo sensibile il debito pubblico.
E Renzi che finora ha solo parlato e straparlato, farebbe bene a non snobbarla a ma a considerarla con attenzione, se davvero vuole togliere l’Italia dall'orlo dell’abisso su cui essa si sta dirigendo e una telefonata al rag. Monorchio per ricevere suggerimenti la potrebbe anche personalmente fare, che gli farebbe bene!
SIAMO UN PAESE di NAVIGANTI ALLA DERIVA
RispondiEliminaIn cerca di un faro che non c’è
Sballottati come fuscelli nella tempesta mediatica. Le voci delle sirene offuscano le menti dei marinai Portando la nave senza nocchiere verso gli scogli.
DOVREMMO metterci i tappi nelle orecchie e andare avanti
alla ricerca del nuovo da plasmare sperando che l’odissea abbia fine.
Il Declino de Le Generazioni del dopo guerra cresciute ne l’opulenza
Sono divise in due Categorie classe politica serva delle lobby e i succubi (Beoti )
Troppo presi da droga divertimenti diete e stronzate varie
Non si sono resi conto che il declino è iniziato negli anni 80 con l’evento al Governo di B.Craxi Il debito pubblico è incominciato ha crescere a dismisura
Naufragando Con L’ultimo Governo di SB suo delfino.
Che per fare i suoi interessi ha dato il colpo di grazia.
RICORDO che dopo il boom economico Dopo lotte e tanta fame il Popolo Incominciò ha fare due pasti completi (al giorno) + la colazione come i benestanti.
I GIOVANI apatici Senza lottare a poco a poco si fanno riportare in dietro di 60 anni .
Con falsi valori riescono ha fare breccia nelle vostre teste (istruite)?
Cosa che a suo tempo non ha funzionato con noi analfabeti.
( Dico noi anche se io personalmente mi sento un privilegiato
Avendo la seconda elementare)
Il Tutto è Servito ha ricreare senza lotte e/ a vostre spese ( e sacrifici ) Un nuovo boom Economico solo per i disonesti che ci hanno Governato (e le lobby che rappresentano)
Vanificando cosi tutti i sacrifici fatti dai vostri Padri Riportando il tutto al punto di partenza.
( Non credo che la storia si possa ripetere)
La vostra indolenza non vi permetterà di aiutare i vostri figli .
( Come stanno facendo i vostri Padri dà più di 30 anni )
Vi siete accorti troppo tardi che pur avendo un lavoro non riuscite ad arrivare alla terza settimana del mese.
Là differenza fra la nostra generazione e la vostra ? noi non digiunavamo per fare le diete digiunavamo perché spesso non c’era nemmeno il pane.
Quello che manca alle generazioni nate nel dopo guerra?
Dispiace dover dire che siete nella stragrande maggioranza dei Perdenti nati
L’umiltà non sapete cosa sia siete privi di valori
vi esaltate osannando i vostri aguzzini difendendoli a spada tratta mentre nel loro privato ridono di voi. Perché Non sapete distinguere il bene dal male
Senza rendervi conto che i perdenti siete voi Non chi lotta con orgoglio per abbatterli.
LE GENERAZIONI FUTURE SE CONFRONTERANNO I SACRIFICI FATTI DAI VECCHI
CAPIRANNO CHE DAGLI SBAGLI SI IMPARA.
VITTORIO
PS(Non c’è bisogno di amnistia).
Usano la solita scusa del sovraffollamento delle carceri per graziare SB
quando di carceri se volessero ne potrebbero avere a iosa
Vi domanderete come Semplice basterebbe riadattare tutte le caserme dismesse
in tutta Italia Avremmo tante carceri che potremo affittarne una parte
e monetizzare. Invece le lasciano a marcire Cosi quando le venderanno i soliti
(approfittatori ) le compreranno con due lire. Come è sempre avvenuto
Ma non solo in più avranno anche un aiuto dallo Stato vedi Alitalia.