Lo Ius soli è il diritto ad ottenere la cittadinanza
del Paese in cui si nasce indipendentemente dalla cittadinanza dei genitori.
Lo Stato
Italiano con le leggi attuali non
contempla detto criterio di acquisizione della cittadinanza italiana che viene
riconosciuta attraverso lo ius sanguinis ovvero la trasmissione della
cittadinanza dai genitori ai figli.
Allo studio del
Parlamento vi è una proposta di riforma che prevede, per i cittadini
extracomunitari, il diritto ad ottenere
la cittadinanza per il solo fatto di essere nati nel territorio italiano,
quando almeno uno dei due genitori, non cittadini italiani e non comunitari, ,
sia legalmente residente in Italia in forza di valido titolo di soggiorno Ue da
almeno 5 anni.
La riforma prevede l’introduzione , in alternativa
allo ius soli, anche dello ius culturae
che dà diritto alla cittadinanza allo straniero che sia entrato in Italia entro
il 12mo anno di età e che abbia con profitto seguito 5 anni di scuola.
Com’è evidente lo ius soli e lo ius culturae, sono diritti concessi unicamente ai cittadini
extracomunitari perché solo questi possono vantare il permesso di soggiorno per almeno un quinquennio che dà diritto al figlio a
ricevere la cittadinanza italiana laddove abbia i natali nella penisola.
Lo ius soli non è perciò ad appannaggio di tutti gli
stranieri nati in Italia e così: niente cittadinanza al figlio nato in Italia
da genitori francesi, spagnoli, olandesi, tedeschi, ecc. che abbiano soggiornato
in Italia da oltre 5 anni, e sì invece alla cittadinanza a quello nato in
Italia da genitori albanesi, marocchini, tunisini, algerini, domenicani,
ecc anche se uno di questi non abbia il permesso di soggiorno, perché magari
pregiudicato.
La proposta conviene all’Italia? la domanda che gli
italiani devono porsi è:” cui prodest?”
Gli italiani doc sono perplessi sull’opportunità di introdurre
la concessione della cittadinanza italiana a tutti i figli degli immigrati
extracomunitari, di cui solo uno in regola col permesso di soggiorno, in un
periodo storico, economico e politico come quello attuale, dove lo Stato non è
in grado di offrire neppure ai propri cittadini i servizi essenziali nel settore della sanità,
della giustizia, del sociale e dove ci sarebbe anche bisogno di una spinta di
moralizzazione, di slancio economico, di laboriosità.
lo ius soli produrrà inevitabilmente, , dopo qualche anno, l’introduzione degli stranieri con il turbante
in testa o con il velo, ormai divenuti cittadini italiani, nelle
istituzioni della giustizia, dell’azione amministrativa, della sicurezza pubblica
e della istruzione, etc.
Grazie ai punteggi superiori per il loro innato
bilinguismo essi verranno preferiti a
tanti italiani vecchio stampo nei concorsi, e influenzeranno, con i loro usi e costumi ed
il loro modo di vivere le tradizioni nazionali e la cultura millenaria della nostra
nazione.
Gli italiani hanno dunque abbastanza motivi per essere
perplessi su chi effettivamente sarà beneficiario dello ius
soli e riceverà la cittadinanza.
Al figlio di stranieri di culture lontane e anche
antagoniste alla nostra, verrà concesso il diritto all’elettorato attivo e
passivo e gli italiani doc temono
giustamente che questo farà nascere partiti fondati su culture lontane ed addirittura antagoniste
alla nostre tradizioni.
Col risultato
che i nuovi eletti siederanno nei banchi parlamentari che furono
occupati dai nostri padri costituenti, introducendo le loro lontane culture
nella legislazione nazionale, impoverendola ed imbarbarendola.
Molti italiani a questo punto si domandano: dov’è l’Europa?
Perché Europa, che è a volte tanto ingombrante , tollera che in questo caso i politicanti italiani, con l’introduzione dello ius soli, consentano la libera circolazione su tutto il territorio
comunitario europeo a tutta luna serie di etnie e culture lontane e talvolta antagoniste alla nostra, senza nessun
preventivo vaglio alla condivisione dei principi ispiratori della carta dei
diritti fondamentali dell’uomo?
L’elenco delle perplessità degli italiani è infinito ed infatti molti di loro
pensano che non è proprio il momento dell’introduzione dello ius soli, al punto
che è per loro addirittura fastidioso
anche solo sentirne parlare.
Molti italiani pensano che sia prudente concedere la
cittadinanza solamente a chi ha dato prova di voler essere italiano, di
rispettarne le leggi e di condividere e vivere la cultura nazionale.
Liberamente tratto e rielaborato da un post di Francesca Gaggi
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