13 gennaio 2018

Ius soli e poi?


Lo Ius soli è il diritto ad ottenere la cittadinanza del Paese in cui si nasce indipendentemente dalla cittadinanza dei genitori.




 Lo Stato Italiano con le leggi attuali  non contempla detto criterio di acquisizione della cittadinanza italiana che viene riconosciuta attraverso lo ius sanguinis ovvero la trasmissione della cittadinanza dai genitori ai figli.

 Allo studio del Parlamento vi è una proposta di riforma che prevede, per i cittadini extracomunitari,  il diritto ad ottenere la cittadinanza per il solo fatto di essere nati nel territorio italiano, quando almeno uno dei due genitori, non cittadini italiani e non comunitari, , sia legalmente residente in Italia in forza di valido titolo di soggiorno Ue da almeno 5 anni.

 La riforma prevede l’introduzione , in alternativa allo  ius soli, anche dello ius culturae che dà diritto alla cittadinanza allo straniero che sia entrato in Italia entro il 12mo anno di età e che abbia con profitto seguito 5 anni di scuola.
Com’è evidente lo ius soli e lo ius culturae, sono  diritti concessi unicamente ai cittadini extracomunitari perché solo questi possono vantare il permesso di soggiorno per almeno un  quinquennio che  dà diritto al figlio a ricevere la cittadinanza italiana laddove abbia i natali nella penisola.

Lo ius soli non è perciò ad appannaggio di tutti gli stranieri nati in Italia e così: niente cittadinanza al figlio nato in Italia da genitori francesi, spagnoli, olandesi, tedeschi, ecc. che abbiano soggiornato in Italia da oltre 5 anni, e  sì  invece alla cittadinanza a quello nato in Italia da genitori albanesi, marocchini, tunisini, algerini, domenicani, ecc anche se uno di questi non abbia il permesso di soggiorno, perché magari pregiudicato.

La proposta conviene all’Italia? la domanda che gli italiani devono porsi è:” cui prodest?”

Gli italiani doc  sono perplessi sull’opportunità di introdurre la concessione della cittadinanza italiana a tutti i figli degli immigrati extracomunitari, di cui solo uno in regola col permesso di soggiorno, in un periodo storico, economico e politico come quello attuale, dove lo Stato non è in grado di offrire neppure ai propri  cittadini  i servizi essenziali nel settore della sanità, della giustizia, del sociale e dove ci sarebbe anche bisogno di una spinta di moralizzazione, di slancio economico, di laboriosità.

lo ius soli produrrà inevitabilmente, , dopo qualche anno,  l’introduzione degli stranieri con il turbante in testa o con il velo, ormai divenuti cittadini italiani,   nelle istituzioni della giustizia, dell’azione amministrativa, della sicurezza pubblica e della istruzione, etc.

Grazie ai punteggi superiori per il loro innato bilinguismo essi verranno  preferiti a tanti italiani vecchio stampo nei concorsi, e  influenzeranno, con i loro usi e costumi  ed il loro modo di vivere le tradizioni nazionali e la cultura millenaria della nostra nazione.
Gli italiani hanno dunque abbastanza motivi per essere perplessi  su chi   effettivamente sarà beneficiario dello ius soli e  riceverà la cittadinanza.

Al figlio di stranieri di culture lontane e anche antagoniste alla nostra, verrà concesso il diritto all’elettorato attivo e passivo e gli italiani doc  temono giustamente che questo  farà  nascere  partiti fondati su  culture lontane ed addirittura antagoniste alla nostre tradizioni.

Col risultato  che i nuovi eletti   siederanno nei banchi parlamentari che furono occupati dai nostri padri costituenti, introducendo le loro lontane culture nella legislazione nazionale, impoverendola ed imbarbarendola.

Molti  italiani  a questo punto si domandano: dov’è l’Europa?

 Perché Europa,  che è a volte tanto ingombrante , tollera che  in questo caso   i politicanti  italiani, con l’introduzione dello ius soli,  consentano la libera circolazione su tutto il territorio comunitario europeo  a tutta luna serie di etnie e culture lontane e talvolta antagoniste alla nostra, senza nessun preventivo vaglio alla condivisione dei principi ispiratori della carta dei diritti fondamentali dell’uomo?

L’elenco delle perplessità degli  italiani è infinito ed infatti molti di loro   pensano che non è proprio il momento dell’introduzione dello ius soli, al punto che è per loro addirittura  fastidioso anche solo sentirne parlare.

Molti  italiani pensano che sia prudente concedere la cittadinanza solamente a chi ha dato prova di voler essere italiano, di rispettarne le leggi e di condividere e vivere la cultura nazionale.


Liberamente  tratto e rielaborato da un post di  Francesca Gaggi



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