6 agosto 2017

Migranti, scafisti Ong e carrette del mare.


Migranti, scafisti  Ong e carrette del mare.



Salvare vite umane in mezzo al mare, fare in modo che  il Mediterraneo tra Libia e Italia  non si trasformi in una sorta di  bara per migliaia di persone disperate, che fuggono dalla guerra, dalla miseria , dalla siccità,  dalla fame  e dalle ingiustizie dei loro governanti che   usano le risorse  naturali di cui sono ricche le loro Nazioni per i loro interessi personali  e di casta,  schiavizzando il resto della popolazione,  è un dovere sacrosanto  e umanitario.

Ma soccorrere tali persone in mare e  scaricarle poi  in  località italiane  dove sono destinate  a fare la fame, a vivere in miseria,  senza un lavoro stabile, in balia dello sfruttamento e della corruzione mafiosa tra  droga e  caporalato,  ebbene tutto questo non è soccorso umanitario, bensì  sostituzione di un sfruttamento  schiavistico con un altro di diverso tipo ma di uguale  finalità pratica.

E  salvare vite umane per specularci sopra, per lucrare guadagni immondi, per ottenere contributi statali e offerte private da parte di persone buone e generose, è cosa  indegna e  riprovevole e deve essere   passibile di condanna da parte di una apposita  legge dello stato.
Questo è quanto  il governo in carica sta facendo e speriamo lo faccia con serietà, punendo le Ong che non si attengono ai principi umanitari, ma che   privilegiano invece una  sfrenata volontà di speculazione  economica rispetto ai drammi umani di persone e  e di popoli interi. 

Alcune Ong,  facendosi trovare pronte nei paraggi del naufragio per il salvataggio, sembra addirittura che fossero in contatto  con gli scafisti che trasportano i migranti  dietro compenso di migliaia di  dollari o di euro,  caricandoli all'inverosimile su imbarcazioni fatiscenti che alla prima ondata di mare avverso si sarebbero praticamente  affondate.

Ci si è finalmente resi conto anche a livello governativo che , così facendo, cioè garantendo il  salvataggio in mare dei migranti  sempre più in prossimità delle coste libiche da  parte delle Ong,  non si faceva altro che l'interesse degli scafisti schiavisti i quali caricavano la loro "merce umana,"in numero sempre maggiore   su carrette del mare sempre più malandate e fatiscenti, confidando sul fatto che, in base agli accordi preventivi  stabiliti con le Ong,   le navi di queste sarebbero accorse quanto prima    a soccorrerli in mare,  interessate anch'esse a farlo  per motivi più economici che umanitari. 

Però guai a dirla una cosa del genere!
Alcune Ong, e tra le più famose e popolari,  si offendono e di brutto. 

Perché, dicono i loro rappresentanti legali,  le Ong non hanno mai operato come fossero dei taxi,  ma al contrario per cercare di ridurre al minimo la permanenza in acqua delle carrette degli scafisti cariche di vite umane.
Se così fosse sempre stato per davvero, e se tra le Ong e gli scafisti non ci fosse alcun legame di convenienza  economica, esse  non dovrebbero avere difficoltà  ad accettare le nuove norme che prevedono, tra l'altro,  la salita a bordo di alcune guardie armate,  per  l'identificazione immediata e sul posto degli scafisti schiavisti attraverso  l'aiuto e le testimonianze dei trasportati, mentre  invece alcune Ong  non accettano in alcun modo queste norme della nuova disposizione governativa.

Inoltre, anche se  tale provvedimento legislativo ancora non lo prevede, (ma sarebbe bene che lo facesse e presto),   le Ong, una volta trasbordati i naufraghi  sulle loro navi, se davvero non hanno collusioni con gli scafisti, dovrebbero   accollarsi il compito di incendiare sul posto in mezzo al mare  le carrette  che hanno trasportato fin lì  i naufraghi, in modo che gli scafisti  non possano mai più riutilizzarle. 

E pian pianino,  il numero delle carrette del mare a disposizione  per il trasporto dei  migranti diminuirà  fino forse a cessare., per mancanza di   nuove barche fatiscenti  da usare .

Naturalmente però, al di là di tutto questo, resta il fatto che  la migrazione di popoli africani verso l'Europa e l'Italia in particolare, deve essere fermata,  attraverso politiche  meno dittatoriali  o di  supremazia di un'etnia sull'altra,   in quegli Stati  dove le risorse naturali del sottosuolo  potrebbero garantire la serena convivenza e l'emancipazione popolare , anziché venire sfruttate a favore di    pochi   contro l'interesse generale di tutti.

In attesa quindi di cambiamenti epocali nei prossimi decenni in questa parte del mondo, attraverso  probabili ribellioni popolari contro  regimi corrotti e interessati al mantenimento di una situazione di  miseria della popolazione,  nel frattempo l'esodo biblico deve essere fermato, oltre che con le nuove regole di comportamento delle Ong e  la distruzione delle navi carretta trasportatrici di schiavi, anche  attraverso la costituzione  su territorio libico di campi profughi per migranti gestiti dall'Onu, dove  oltre a garantire la soddisfazione delle   necessità   primarie della fame e del vestirsi,  ai bimbi si insegni a leggere e scrivere e agli adulti un mestiere.

Ma questo è futuro, e chissà se mai lo vedremo realizzato.




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