Referendum unico o spacchettamento?
Gli italiani saranno chiamati ad ottobre a votare sulle riforme costituzionali
volute dal governo Renzi a furia di voti di fiducia.
Un si o un no su tutto il pacchetto di riforme.
Ma quanti di noi sanno esattamente di che riforme si tratta?
Perché l’impressione è che di un insieme di piccole riforme, di piccoli ritocchi, di riformucole si tratti , di modo che non valga neppure la pena di darsi da fare per capirne il significato o i significati politici.
Perché l’impressione è che di un insieme di piccole riforme, di piccoli ritocchi, di riformucole si tratti , di modo che non valga neppure la pena di darsi da fare per capirne il significato o i significati politici.
Invece nelle
intenzioni di Renzi ognuno di questi
suoi atti politici avrebbe dovuto essere
suscettibile di cambiare l’Italia e l’intero nostro modo di vivere.
E’ necessario perciò che ognuno di noi cittadini ne capisca un po’ di più , e quindi, invece
di essere chiamati ad esprimerci con un solo voto di bocciatura
o di approvazione sull'intero pacchetto di proposte, sarebbe utile uno spacchettamento, cioè sarebbe utile che ogni proposta venisse approvata o disapprovata indipendentemente dalle altre.
Nell'interesse dei cittadini chiamati alle urne ci vorrebbe
quindi uno spacchettamento per permettere agli elettori di conoscere su quali
argomenti essi stanno andando a votare.
Si sta pensando di dividere il quesito unico in quesiti
singoli, quali:
- La nuova legge elettorale con esagerato premio di maggioranza al partito vincitore. - Fine del bicameralismo perfetto, con la riforma del Senato, e le sue nuove modalità di elezione e composizione.
- La nuova legge elettorale con esagerato premio di maggioranza al partito vincitore. - Fine del bicameralismo perfetto, con la riforma del Senato, e le sue nuove modalità di elezione e composizione.
- Elezione dei giudici della corte Costituzionale
- - Rapporti tra Stato e regioni.
- Nuove modalità per i referendum.
- Abolizione del Cnel.
- - Rapporti tra Stato e regioni.
- Nuove modalità per i referendum.
- Abolizione del Cnel.
Il governo Renzi che finora è stato a favore di un solo
quesito, a questo punto sta valutando
con favore l’ipotesi dello spacchettamento perché è’
evidente che se il referendum venisse interpretato dai cittadini quasi fosse il giudizio di
Dio, cioè se c'è una sola domanda, quel giudizio diventa impegnativo e dunque
bisognerà anche trarne le conseguenze di eventuali dimissione del governo in caso
di bocciatura.
Se invece viene diviso in più domande, cioè ricollocato in una sua
dimensione più tecnica, con una valenza appunto più tecnica, l'impatto sarebbe
meno violento nei confronti del governo, il quale potrebbe a questo punto
rimanere in carica e sottoporre a
revisione solo i quesiti bocciati dai
cittadini.
Dunque spacchettare sarebbe anche la via di fuga dalle dimissioni del
premier e del governo in caso di sconfitta.
Però l’attuale legge in vigore , cioè la legge 352 del 1970 che regola l’istituto del referendum, prevede un solo quesito ed allora si fa
strada l’ipotesi di ricorrere alla Corte
Costituzionale, se la Cassazione il 15 luglio prossimo dovesse bocciare la richiesta del referendum spezzatino.
A partire dalla decisione della Cassazione,
infatti, il governo ha un massimo di 60 giorni di tempo per indire la data e
dai 50 ai 70 giorni di tempo per celebrare il referendum. Dunque, in teoria,
c’è tempo fino a dicembre.
E su questo slittamento dei tempi l'attuale Presidente del Consiglio adesso conta molto per restare al governo.
Egli spera infatti così, per quella nuova data referendaria, di riuscire a far approvare con l’aiuto indiretto dell’Europa, una manovra economica densa di flessibilità dalle regole europee, perché Bruxelles dopo lo smacco subito per il bruciante esito referendario della uscita della Gran Bretagna dalla’Unione europea, non può permettersi che anche in Italia si apra una fase di turbolenza politica , legislativa e costituzionale .
Egli spera infatti così, per quella nuova data referendaria, di riuscire a far approvare con l’aiuto indiretto dell’Europa, una manovra economica densa di flessibilità dalle regole europee, perché Bruxelles dopo lo smacco subito per il bruciante esito referendario della uscita della Gran Bretagna dalla’Unione europea, non può permettersi che anche in Italia si apra una fase di turbolenza politica , legislativa e costituzionale .
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