22 giugno 2013

48.3) L’Iva, altro che aumentarla! Bisognerebbe diminuirla, invece!



L’Iva, altro che aumentarla! Bisognerebbe diminuirla, invece!

Il governo ha intenzione di aumentare l’Iva nei prossimi giorni dal 21 al 22 percento.
I consumatori  , siccome non trovano i soldi per strada, per forza diminuiranno gli acquisti.
Le industrie, vendendo meno, diminuiranno la produzione e  l’occupazione.
Lo Stato,  essendosi ridotti i consumi e gli acquisti  incasserà di meno pur avendo aumentato le imposte.

Che bella prospettiva! Come se ne esce?
1)    Riducendo l’Iva di un bel pezzo, diciamo  al 10% dal prossimo  1° luglio ,dando la possibilità  ai  contribuenti, l’anno prossimo,  nella dichiarazione  dei redditi del 2013, e di  detrarre  un ulteriore 5% sugli importi delle fatture  pagate da quella data,  mettendo così in essere  il famoso conflitto di interesse tra clienti e rivenditori, cioè tra chi paga e chi fornisce il servizio.
2)    Chi paga avrà tutto l’interesse a farsi dare la fattura  in quanto  sul 10% che paga oggi ha diritto domani ad un ulteriore  rimborso del 5%.
3)    Il fornitore di servizi , essendo obbligato dal cliente ad emettere fattura, non potrà più fornire la propria prestazione in nero, evadendo così di fatto il Fisco, ma  dovrà fatturare ogni sua entrata.
4)     Lo Stato verrà in questo modo  a essere   messo nella condizione di  sapere i redditi esatti di ognuno e vedrete che non ci saranno più gioiellieri che guadagnano meno dei loro dipendenti, o professionisti che  ad agosto emettono la fattura 30 pur avendo nei loro studi  una trentina di persone al giorno.
5)    Ne guadagnerà anche il PIL dell’ Italia, perché  si verranno finalmente a sapere l’ammontare esatto delle transazioni e degli affari  economici  dell’intera  Nazione
6)    Lo Stato  invece dell’attuale 21% ( o 22% previsto) percepirà solo il 5% di Iva ( dato dal 10% incassato in fattura  meno il 5% che rimborserà) e tuttavia incrementerà le sue entrate,, essendo questo 5% calcolato su  una base imponibile dieci volte  maggiore di quella  attuale, su cui purtroppo  si concentra la massima evasione possibile e immaginabile da parte di tutti i soggetti economici, nessuno escluso, perché quando  ce ne capita l’occasione, ognuno di noi, pur di risparmiare il 21% se appena appena può, evade.
7)    Naturalmente, questo principio del conflitto di interesse tra i diversi soggetti economici, e il rimborso parziale delle tasse pagate in fattura non deve  valere solo per i redditi del 2013,  ma diventare  il nuovo modo di operare di uno Stato onesto ed efficiente, che non tartassa i suoi cittadini,  ma li rispetta. 


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