22 febbraio 2012

24.2) Signore,perché mi hai dato un figlio disabile?

P.S.
Questa è, grosso modo e scritta e ripensata  da me  in modo superficiale la trama del libro “Zigulì” di Massimiliano Verga,  padre di Jacopo, Cosimo e Moreno.
 Quest'ultimo è un bellissimo bambino di otto anni, nato sano e diventato gravemente disabile nel giro di pochi giorni. 
Queste pagine sono una raccolta di immagini  e pensieri  quotidiani su che cosa significhi vivere accanto a un disabile grave   (la rabbia, lo smarrimento, l'angoscia, il senso di impotenza),  pensieri molto duri su una
realtà che per diverse ragioni  (disagio, comodità, pietà)  tutti noi preferiamo spesso ignorare.
E che forse, proprio per questo, nessuno ha mai raccontato con una così spietata crudezza
Il libro è bellissimo e lo si racconamda ai lettori di questo blog. 



Zigulì, di Massimiliano Verga, Mondadori, pagine 192, euro 16.50 
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Signore,perché mi hai dato un figlio disabile?


Mio figlio è nato handicappato, ha un cervello piccolo piccolo, non ci vede né mai ci vedrà e oggi che ha otto anni  le uniche parole che sa dire sono pappa, cacca, nanna.
Signore, Tu  ogni tanto permetti che nascano dei bambini con handicap.
Perchè?
Sono destinati a diventare presto i Tuoi angioletti preferiti, dicono i preti.
Ma  perché hai voluto che uno di questi fosse mio figlio?
Perché proprio a me mi hai dato un figlio disabile?


Ah, lo so quello che dicono : che  il Signore le sofferenze le dà a quelli che ama in modo particolare, che il Signore l’oro lo vaglia nel fuoco per distinguerlo da quello fasullo, che le prove della vita  le dà a quelli che hanno le spalle larghe per sostenerle e sopportarle.
Ebbene, Signore, con me Ti sei sbagliato!


Io ho delle spalle deboli , lo sai, me le hai date Tu così, e allora come Ti è venuto in mente di caricarle di un fardello così insopportabile?

Hai dato incautamente a un cieco il compito di condurre un altro cieco, che è una cosa da piangerci sopra , se ci pensi, e difatti Tu stesso nel tuo Vangelo l’hai citato come esempio di cose da non fare.

Ma Ti rendi conto che hai dato a un essere debole e meschino come me il compito impegnativo di accudire, di amare, di sopportare e di rendere persino tollerabili i disagi fisici e morali che comporta il tirar grande un
figlio con un cervello grosso come una caramella, con crisi continue di epilessia  e per giunta cieco e incapace persino dipronunciare la parola papà?

Ebbene,Signore, Ti sei sbagliato, questa volta hai toppato.

 Evidentemente hai dato a me  troppa importanza , Ti sei fidato troppo dei talenti che mi hai affidato e che io, come il servo sciocco della Parabola, non ho saputo mettere a frutto.

Ma che credevi Signore?
 Mi facevi più forte, vero? 
Ti ho deluso, vero?
Ebbene Signore, si, la mia vita con il figlio handicappato che mi hai dato è una vita che io non riesco a sopportare più. 

Io penso addirittura o Signore (e lo so che sto bestemmiando), che Tu ti dovresti scusare con me  per esserTi così grossolanamente sbagliato sul mio conto , ma so  anche che  il solo pensare una cosa simile è una cosa ingiusta e cattiva , e   Ti chiedo allora,  o mio Signore , di ridarmi un briciolo di vita e di speranza, riprendendoti al più presto tra le schiere dei tuoi angeli il figlio mio tanto malato e per questo tanto più amato  che mi hai dato.

Guarda, Signore, che se non lo farai e presto e bene ,  la mia anima andrà persa  perché la mia disperazione è ormai giunta a un livello altissimo e non vorrei , come novello Giuda, dover disperare della Tua misericordia e del Tuo perdono.

Tienimi una  mano sulle spalle, Signore, su quelle stesse spalle che Tu credevi così forti da sopportare una vita disastrata con un figlio così, e che invece hai scoperto essere deboli e malaticce, e così,  tenendomi vicino a Te, dammi conforto e speranza per il futuro , o mio buon  Dio! 








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