7 agosto 2010

136.0) I ricordi del Trofio: 4) il Don Foca

Il Direttore del collegio era 
il Don Foca .

Veniva soprannominato così perché a quei tempi il direttore era un tipo grassottello e rotondetto che sembrava a una foca, appunto.
Si chiamava Don Cherubino Z. e fu per qualche anno il mio primo Direttore all’orfanotrofio.
Egli era un sacerdote dai tratti signorili, e dai suoi modi si poteva intuire che era una persona rispettabilissima e istruita, e portava degli occhialini come quelli di Papa Pacelli, Pio XII.
Non ho particolari ricordi di lui, se non che era una brava persona.

Gli successe il nuovo Foca, Don Walter B., che fu mio Direttore fino alla mia uscita definitiva dal Trofio.
Qualche mese dopo il suo arrivo Don Walter apportò una serie di modifiche a tutto il regolamento del collegio.
Per prima cosa abolì le divise che le suore ci davano per le grandi occasioni, ad esempio quando dovevamo uscire per partecipare in corteo ai funerali di benefattori o di persone importanti della città. Queste divise erano quanto di più fastidioso ci potesse essere, perché di stoffa pesantissima in quanto dovevano durare per noi e per i nostri successori negli anni a venire, e mi ricordo che avevano all'altezza del collo un gancetto che ti strappava la pelle.
D’ora in avanti, con la riforma di Don Walter, niente più sfilate in gruppo per la città, ma al massimo una manciata di ragazzi , per quelle occasioni ben vestiti dalle Suore del guardaroba.


Poi pretese che le Suore della cucina ci facessero avere ogni giorno sulla tavola del pane fresco invece di quello raffermo di qualche giorno che esse ci davano.
Si era accorto che ogni mattina il fornaio portava alle suore delle grandi ceste cariche di pane fresco, eppure a noi le suore ci davano sempre da mangiare quello raffermo.
Chissà perché.
Misteri della mentalità delle suore!
Forse per abituarci al sacrificio, o forse perché erano convinte che dandoci ogni giorno del pane fresco noi saremmo diventati, crescendo, degli smidollati e dei fannulloni, o forse più semplicemente volevano che i nostri denti di adolescenti si rafforzassero masticando del pane duro.

Inoltre il Foca fece trasformare i refettori, cioè i saloni dove ci si recava per mangiare, composti fino ad allora da grandi tavoloni con sopra una lastra di marmo e con delle panche per sederci, in moderne sale con tavolini a quattro o sei posti e con coloratissime sedie di plastica di moplen.
Fece anche in modo che il cibo arrivasse dalla cucina non più in contenitori e poi distribuito, ma già disposto in porzioni abbastanza abbondanti su piatti veri e non di metallo come si usava fino ad allora, così come i bicchieri divennero dei veri bicchieri di vetro, e non più di latta.

Per dirla con una frase celebre, molte altre cose egli fece, ma in questo momento mi sfuggono.

Don Walter fu un bravissimo Direttore, anche se dovette espellermi per punizione per ben due volte dal collegio per alcuni giorni.
Di una volta mi ricordo il motivo, che un giorno qui racconterò, ma della seconda no.

Probabilmente però me lo meritavo, perché la mia stima nei suoi confronti è rimasta immutata negli anni.



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